E adesso

sono cazzi vostri.

martedì 8 settembre 2009

Leggendo questo

Qui ci alziamo alle nove di mattina, ogni giorno e in tutte le stagioni, non esiste il tempo, ci corichiamo a ore diverse che dipendono dagli orari predisposti per i pasti, se ci vengono concessi. Appena alzati la reggente di giornata viene a farci una visita., si mette comoda su una immensa poltrona e ci ispeziona, tocca, sfiora e bacchetta col suo meraviglioso frustino. Quando ha assolto il suo compito chiude la porta e se ne va.. Nel cervello rimbombano solo il rumore dei suoi tacchi. Durante il pasto, dà ordini su cosa dobbiamo indossare, sui lavori da svolgere e spesso il vestiario è la nostra pelle. Un’altra signora stabilisce le regole e le eventuali punizioni. A volte decide atti impuri dinanzi a tutti. Blocca il pasto e si eseguono in una sottomissione estrema, legati come salami. O una signora minore detta ”carceraria” sbandiera un foglio con su scritto il nome del prescelto per le necessità della sovrana. Terminato questo, veniamo congedati, ognuno di noi sa il suo compito. Alla sera vengono trattenuti i prescelti per la lunga notte delle signore, gli altri entrano nelle loro celle. Tutti i primi del mese, entra un novizio che dovrà essere a disposizione per un mese, giorno e notte, sotto i tacchi aguzzini della sovrana. Egli rimane succube giorno e notte al suo lussurioso servizio, non ha orari e lui deve stare sveglio. Per un lungo mese deve essere sempre pronto a soddisfare la sua estrema agitazione con l’obbligo di aprire la bocca ogni qualvolta lei deve espletare i suoi bisogni. Lui deve seguirla in ogni suo passo, la veste, la spoglia, il suo posto ai pasti sta sempre dietro di lei o ai suoi piedi, lei adora i cani, li accarezza con le scarpe, spesso li schiaccia con i tacchi che è un ordine prestabilito quando vuole la sua lingua tra le cosce. Talvolta non usa la sedia ma la sua schiena su cui si installa con tutto il suo peso. Lei è al vertice del suo mondo, la sua ricchezza interiore spazzola via ogni mente ingrata. E’ uno specchio incantato col potere di ingrandire o sminuire le nostre personalità invitandoci alla consapevolezza dei propri limiti, primo passo per arrivare alla vera ricerca di sé. Trasmutando ciò che consente di avvicinarsi alla propria natura...lavorando con la propria ombra...l’ombra di lei che sovrasta…che incanta…che rispecchia la sua trasparenza, dentro e fuori di noi…noi schiavi delle nostre tristi reazioni...umane...rifiuti emozionali…ecco questa è la prova... per abortire...le nostre zone ombra…e lasciarsi poi possedere dall’inquietudine...la sua!!!! Cammina sopra una nuvola di energia, di ombre che giocano attorno alle sue forme ...si muove sotto una luce splendente...è puro silenzio...e noi le sue nuvole in movimento.. Lei è al riparo da tutto...ogni regola viene rispettata e non ha legge che le vieti di costituire il suo regno…visto che al suo cospetto arrivano alte autorità...non chiede denaro...ma lacrime.. Nessun novizio è entrato con preghiere e suppliche…no…lei li sceglie...il soggetto deve essere privo di difetti...e dotato di molte qualità...l’intelligenza…il suo sapere lo sfrutterà fino all’esaurimento…a volte cerca degli scienziati…per poter mettere sotto torchio la loro mente …facendola esplodere in meno di un giorno...con un forzato isolamento cautelare…per quanto ne sappiamo poi chi viene congedato…sparisce per il mondo...di lui nessuna traccia …è possibile che abituati ai tormenti di regole molto rigide...i loro deliri li accompagnino per sempre...e li rendano perfetti per il resto dei loro giorni.. Quando si viene congedati, si viene avvertiti il giorno prima, a colazione...una signora minore legge ”il regno ti licenzia”...puntando un frustino sulla spalla dello sventurato, che in lacrime e capo chino, raccatta i suoi stracci ed esce dalla porta secondaria del regno ...bendato e accompagnato in auto fino alla stazione.. Nessuno sa dove è ubicato il regno …a volte sembra un vecchio convento...ma spesso diventa un castello…il castello delle fate...dove albergano gli spiriti della natura...che vagano su un piano astrale...meraviglioso e brillante...dimora di creature di una bellezza indescrivibile.. Odiavo questo momento...pregavo perchè questa infame sorte non toccasse mai a me…ero il più libertino nel regno...amavo far felice le signore...ma il cuor mio pulsava solo per lei...la mia amata sovrana ...ero lì per condurre la mia vita secondo i miei gusti...e per servire un giorno solo lei… La vidi un giorno, camminava per strada avvolta in un tailleur nero…la sua gonna si apriva dietro con un spacco morbido, che lasciava intravedere il pizzo delle sue calze nere, indossava un paio di scarpe con dei tacchi argentati ... danzavano i suoi piedi, le sue mani erano racchiuse in un paio di guanti in morbida pelle...di lei tutto parlava, e lasciava intravedere la sua maestria... la seguii, seguii il suo profumo, in completo rapimento...ed uscii così di scena dal mio vecchio mondo...per varcare il suo cancello...ed ero ancora qui incatenato dal suo profumo!! Quel mattino entrò di fretta ... sembrava una chimera … avvolta nei suoi stivali luccicanti...indossava una veste nera di seta, che le disegnava dei contorni armoniosi…che sobbalzavano…ad ogni suo movimento, baciando la sua leggera figura…era minuta...ma forte...nutrendosi giornalmente della linfa di membri sani…degradandoli e indebolendoli per il suo benessere...sottraendo ogni sostanza nutritiva.. Ero attratto da lei, da un moto di tenerezza che non riuscivo a vincere, malgrado riflettessi sulla sua crudeltà …sulle sue distanze morali che ci separavano…ma niente era più forte di questa mia trainante passione…avrei donato la mia vita…ma lei ignorava il forte desiderio che nutrivo per adoperarmi in tutti i modi...per renderle piacere…come poteva non accorgersi…cieca al punto da favorire gli errori di altri novizi.. Ohh…se tu conoscessi gli eccessi delle mie fantasie...o ti vedessi con i miei occhi...comprenderesti il tuo essere donna...illuso...ogni volta che la vedevo nella mia mente usciva questo sonetto.. Lei era nata per non ferire ...ma mettere in luce la nostra incompletezza.. Lei mi passava accanto...emanando profumi speziati che mi paralizzavano il cervello…spesso erano misti ad ormoni...i suoi...e il mio spirito si smarriva...ed io ero una nullità dinanzi a lei.. Un peccatore incallito...pronto a soddisfare le sue lussurie.. Camminando sotto la veste, intravedevo il suo seno, sodo,compatto che come un onda si muoveva.. alzandosi per poi ritornare giù…apriva il suo fiore ancheggiando...spesso se si avvicinava potevo sentire il fruscio delle sue piccole labbra...bagnate...che danzavano.. Ecco che arriva con in mano un tozzo di pane...osserva...i volti, li scruta…ama gli sguardi che indossa come un vestito…li cattura e li tiene con sè...come una sua seconda pelle...mi guarda si avvicina...divarica le gambe…e il tozzo di pane viene inglobato dentro lei...tra i suoi umori...tra le sue labbra…come vorrei essere io quel tozzo di pane…prego dio perchè arrivi alla mia bocca…che sento già impastata…mi suda la pelle...le gambe sono deboli...sono in balia di lei…che dinanzi a me…sorride…annusa il pane...lo lecca…e me lo fa ingoiare...era la sua carne che mi divorava...come un dono divino...bramavo e pendevo dalle sue labbra...con la sua materia in bocca…la materia più vile che possa esalare da un corpo umano...era colmo di merda…ed io ingoio per lei...inglobo lei…la sua lussuria, i suoi vizi, i suoi peccati...dinanzi a lei il mondo scompare...perchè è lei il vero mondo ...la mia unica sovrana ...oh…privereste mia signora questa mia umile e indegna speranza...di poter un giorno giacere ai suoi piedi…non sradicate dal mio cuore…questa illusione …pensiero troppo ardito per lei…mi risvegliai con le sue dita sulla faccia…e un risata che calpestò ogni mia illusione.. A questo schiaffo aggiunsi mille ragionamenti dei quali lei non smetteva di ridere ...i suoi eccessi non tardarono ad arrivare...mi fece condurre in una stanza...buia…e i suoi occhi preannunciavano solo distruzione.. Ohh ...che la tua mano si posi su di me, creatrice di questa umile massa di carne, riproducimi con le tue forme, per te ..incatenami ... frustami ...ma nulla mi farà perdere il mio amore…ero suo …al buio …sentivo solo il suo profumo …era immobile …di cera...e la sua magia stava calando su di me come una celeste virtù...donatami dal cielo...ero cieco e sordo...e niente poteva preannunciare il mio destino.. Mi passa davanti,ha una corda in mano...mi osserva...tremo...ma con una felicità immensa addosso...che mi vibra e mi preme.. Mi cinge la vita…la stringe con una maestria unica...indossa dei lunghi guanti neri…le sue mani…dolci e palpabili…non si vedono...mi lega a un palo…e con un colpo mi strappa i vestiti...sono nudo per lei…che mi ignora...le mie braccia sono libere...penzolano in giù come due appendici spente...mi passa davanti...e mi gira attorno...beffandosi di me ... allunga il frustino ...e mi pizzica il cazzo...poi con rabbia lo preme...e rabbrividisco...e lei scaglia la frusta ...un colpo secco…e sto per svenire...si avvicina e mi esamina...mi alza il volto e mi accarezza.. Sento la sua dolcezza entrarmi dentro…mi corrode il cuore...mi sviscera l’anima...ed entro nel suo labirinto...nel suo respiro...nella sua bocca…che mi contagia...mi prevarica con la forza...non ha timore ad appropriarsi di tutto…di condurre a sè tutto ciò che la circonda...lei che mi divora...nutrendosi di me...e torrenti di linfa alimentarono il mio cervello.. Mi risvegliai con un getto di acqua gelida...e un cazzo minuscolo...lo svenimento mi aveva indotto a una visione.. Che dolce creatura...enigma della natura…ma niente potrà impedirmi di essere lo schiavo prediletto di questa divinità del cuore mio.. Mi srotolò come un foglio...ed esaminò il mio passato...mi ritrovai bambino…tra le braccia della maestra,disperato,mia madre non mi asciugava mai le lacrime…mi vidi alle superiori deriso…per quei calzoni sempre fuori moda...e poi l’ università…chino sui libri…per poter un giorno..”essere”creava la mia vita…sotto i getti di acqua…volevo morire...mi restrinse in modo tale…da farmi sentire cellula...ed ora mi ritrovavo embrione…che sguazza nell’acqua.. felice…era la mia identità...legato al nulla e pronto per la mia trasformazione...si avvicina, e mi succhia le lacrime...e la mia memoria svanisce...ora sono solo un impulso...che vaga in un miraggio e mi sento figlio del mondo.. Libero di non scegliere...di non inventarmi...proiettato solo per la sua felicità...volo…ora volo con la sua aquila...e la amo più di prima...amo la sua mente...tagliente come una lama...pungente come un pugnale...che squarcia, mi slega...mi sdraia a terra...e l’infinito...sale su di me, mi calpesta con i suoi tacchi che mi rimbombano il cervello…la osservo e il suo mondo è sopra di me...la sento gocciolare...e mi inonda l’anima…oltre il viso...che la cerca...e non vuole perdere nulla di sè…i miei occhi sono coperti di ombre...la mia bocca è aperta...ingoio e non respiro...è l’estasi.. E lei con la sua altezzosa indifferenza…continua...è interminabile la sua pioggia che mi bagna…mi copre...mi soffoca...vorrei chiedere grazia...ma vedo il piacere sul suo volto....e mi distendo...mi rilasso…e dono tutto di me...mi schiaccia la bocca dello stomaco con un tacco…e sento che sto per vomitare....mi ordina di baciarla…e mi sento un fuscello…debole...in balia del forte vento...mi accarezza la bocca col tacco...lo gira e lo rigira...ora solletica le tonsille…le fa ballare…si abbassa...senza perdere l’equilibrio...mi prende le labbra e le strappa…conducendole verso le sue…le risucchia…emetto un grido...e mi arriva un calcio...li’ sui reni...impugna un capezzolo e lo spreme...come quello di una vacca…e gemito...di puro piacere…a tratti il dolore mi fa sgorgare qualche lacrima, lui traballa...è eccitato...e invoco dio perchè spenga sto ardore...lei vede…e con la suola adorata…lo accarezza...col frustino, lo gira e rigira...preme la cappella...che arrossisce...e poi geme...è eccitata... bagnata...gocciola su di me...ed io vorrei essere quella goccia lì dentro di lei.. Si era impadronita ancora del mio capezzolo che attorcigliava tra le sue dita...ed io godevo...mentre il sudore mi colava dalla fronte…e gli occhi erano impastati di lei.. Mi alza...e mi dice di non muovermi…oddio...parla, la mia sovrana mi ha parlato...mi lascia solo…esce dalla stanza…se ne va.. Torna con un frustino speciale…dalle corde sottilissime...mi passa dietro la schiena e un fruscio mi paralizza i muscoli…ero sazio...mi afferra da dietro ...mi cinge la schiena con le sue braccia ed entro in paradiso ...bacia le ferite...ma ad intervalli la frenesia la prende …e mi morde ...nutrendosi di me...mugolo…e mi osserva...strappando il dolore dal mio cuore...inondandomi di baci...e sensazioni ...si ferma...mi fissa...e dice.. “Non è necessario godere Il mondo è pieno di statue animate Che godono e godono Senza rendersi conto di esistere..” Rimango turbato...non sento alcun dolore...ma una vibrazione dell’anima che mi infiamma...infiamma e brucia ciò che ero…rendendomi scosso...dentro al suo delirio...e mi trasporta verso il punto più alto della felicità...percepisco che sono suo, e lo spettacolo di me stesso mi lusinga.. Il suo sistema d’amare è un sogno…che l’avvolge, che non appartiene alla natura,ma ad un altro mondo. La sua dolce crudeltà consumata troppo in fretta...i miei sensi intorpiditi...senza concedermi proroghe...ma una strana inquietudine mi tarla il cervello...comincio a sudare freddo, quando noto ciò che teneva in mano...le ginocchia tremano...mi rimette in piedi...mi rilega al palo…ansimo e mi appello alla mano del cielo...invoco...mi cinge la vita...mi osserva...e con lo sguardo ingigantisce il membro...lo tocca…stuzzicandone i pensieri peccaminosi,lo avvolge con la mano ...avvolta da guanti neri lunghi scivolosi ...controlla la dimensione dell’orifizio, non parla, con due dita mi apre il culo…e misura...il suo sguardo sprizza scintille di lava…si allontana...esce,e mi abbandona tra mille pensieri…rientra e l’oggetto prende forma, si incunea nel mio cervello e mi divora ogni energia, ora sono solo nelle sue manie e il mio cazzo prigioniero di una cintura di castità ...oddio è la rivelazione dei miei sogni…contornati da gocce di rugiada…da sapori astratti…che mi masturbano il cervello...me lo inglobano...lei che tra le mani teneva la mia vita sospesa tra mugolii, lacrime e desideri…beh...ora so che la mia sovrana desidera che io sia l’unico movente dei suoi piaceri...sarei folle oscurarmi alla vista di questo oggetto...lo osservo…mentre lei lo accarezza e lo gira e rigira tra le sue mani, è formata da due parti, una fascia metallica flessibile e una piastra perforata, la fascia stringerà la vita, la piastra sarà frontale, e mi chiuderà il cazzo…lo ricoprirà completamente, privandolo di ogni movimento, noto dei fori…oddio potrò pisciare senza rovinarlo, ma non potrò nemmeno sfiorarlo...pensandola... appena uno spillo può entrare, un filo plasticato passerà tra le natiche e forse mi permetterà di evacuare...due ganci anteriori…serviranno per infilare il lucchetto e poi chiuderlo.. Oddio, ero perso…perso nei suoi occhi che emanavano lussuria e possesso…getto uno sguardo veloce al suo sguardo è impenetrabile...mi spoglia di tutto...ora non sono più nulla…sono dentro lei...preda dei suoi eccessi, privo di risorse...l’unico mio pensiero era dettato dal mio cuore...essere suo per sempre…vorrei gettarmi ai suoi divini piedi e baciarli...inondare la sua pelle di lacrime...ma un cerchio mi cinge la schiena…lei è dietro me...mi esamina ancora...mi palpeggia...e si disseta...era pronta a divorarmi,e la mia carne si ammorbidisce,e lei mi inghiotte...mi penetra, mi devasta.. La mia posizione è tale da permetterle tutto…sono dentro la sua bocca...turgido...e in lei cresce l’estasi...si contrae…ed io mi offro...mentre mi maneggia violentemente...la sua ebbrezza è all’apice...la sento ansimare…ogni suo respiro sobbalza nel mio cuore…rimbomba...ringrazio il cielo per i decreti che impartiva su di me…lacrime e lacrime sgorgavano miste a riflessioni…supplizio della mia condizione…per rincorrere la felicità...mi placai...quando sentii la ferraglia su di me...e al primo giro di chiave…capii che la mia forma di devozione era solo per lei…la mia fata irraggiungibile.. “mi servirai”disse.. “la tua grandezza sarà frutto della tua opera non ti illustrerò le dimensioni di questa tua nuova dimora la tua trasformazione potrebbe non avvenire da te nasce il tuo risveglio in un istante o mai il tuo cuore ti condurrà non ci sono regole o modelli il segreto sta nel provarlo e assaporare il messaggio se raggiungi ciò ti eleverai in creatura libera nell’universo!!!” Io non avevo più pensieri, i miei timori scomparvero lasciando posto ad un alone di serenità immensa...da embrione ero rinato uomo....e il mio cuore emanava amore...quell’ amore che io avevo sempre desiderato.. Da una piccola finestra con grata,potevo intravedere la luna,era notte…ma i miei occhi non erano stanchi...lei prese una sedia…e dinanzi a me…mi parlò di questo incantevole castello...situato fuori dal mondo, si alzò mi slegò e mi prese per mano…camminavo a stento...e lei controllava i miei passi…per non eccedere…mi condusse dinanzi a una porta e mi fece intravedere un cunicolo…buio…mi si raggelò il cervello…mi fece scendere…arrivammo dentro dei sotterranei...accese un piccolo lume…dinanzi a me un portone immenso di ferro...lo apre e mi ritrovo immerso nella sterpaglia...la luna, con i suoi teneri raggi mi fa intravedere un bosco circondato da immense siepi...mi guardo attorno...e mi riconduce dentro…in una sala immensa con delle celle...minuscole...capisco dove vanno a finire molte menti acute…rabbrividisco…risaliamo la scala…che ci conduce verso la stanza della carceriera…lei dorme...nuda su di un letto immenso...il suo corpo statuario non si muove,nonostante i nostri passi...lei si avvicina e accarezza la sua candida pelle col frustino…e si gira…apre gli occhi , si alza di scatto,si inchina dinanzi alla sovrana,lei le accarezza i capelli…e poi si annusa la mano…le fa un cenno col capo…e si avvia verso una stanza...si mette china...e con un tocco partono getti di acqua…gelida...lei piange e trema…ha freddo…mi porge un sapone e mi fa cenno di andare verso lei...le insapono la pelle...è velluto…tra le mie mani…sento dei colpi dentro me...le viscere mi esplodono...la guardo cercando un po’ di consolazione…avrei voluto rompere questa gabbia e urlare dalla rabbia...ma il suo sguardo mi placava...mi porse un asciugamano...e un unguento...riversò sul letto quella sublime creatura...e la massaggiai dai piedi al collo...ascoltando i miei colpi...la sua crudeltà mi ossessionava…ero cavia tra le sue mani...col frustino aprì le gambe della carceraria ...mi illustrò il suo mondo...e con dei colpi precisi…la fece godere...la sua linfa esplose sotto i miei occhi…e il mio cuore si arrestò sotto il suo glaciale sguardo…mi fece inchinare e lavarla...la mia lingua si inondò di quel sapore…e il mio sangue ribolliva….incastrato in quella morsa di acciaio...e lei solleticando la mia cintura disse “ora sei entrato in contatto col tuo essere...in rapporto intimo col tuo spirito,hai un'unica energia che scorre...fonte di un'unica sorgente atta a crearti la via per entrare nel tuo destino..” rimasi scosso quando si avvicinò e appoggiò le sue labbra sulle mie...il suo essere invisibile mi violentò la mente.. uscimmo, e mi condusse nella mia stanza…con le finestre sprangate...mi accovacciai sul letto, sentivo dolore, mentre il corpo si raggrinziva mi addentrai nel mondo onirico.. di giorno indossiamo una specie di divisa...e lei sovrana ha ogni potere su di noi...ci ispeziona...e controlla che all’interno delle celle, siano sempre aggiornati i calendari delle punizioni ...per chi osasse contraddirla o non eseguire gli ordini. 1- alzarsi all’ora prestabilita,che cambia a seconda dei suoi bisogni 2 - essersi lavati e pettinati...lei ci vuole impeccabili...a volte l’ordine del giorno prescrive vestito scuro e cravatta 3 - assaporare a turno i bisogni delle fate...a volte anche per sette giorni consecutivi 4 - comunicazioni scorrette tra noi...intrighi...o parole inutili.. siamo sempre lo stesso numero...per uno che se ne va,un altro arriva.. il sole sorge,e il risveglio è dolente...incatenato com’ ero...sento la porta aprirsi…mi alzo e mi inchino...e mi copro di immaginazione...è lei., i suoi tacchi sono sopra di me...è lei così lontana dai miei sentimenti...mi tortura l’anima…e il cazzo, prigioniero delle sue passioni…ma ancora doveva durare questa agonia per raggiungerla? Compresi la causa delle mie lacrime il desiderio puro che avevo di procedere ad ogni suo volere…accecato dalle sue gambe, dal suo piacere che piombava su di me, per un attimo ebbi l’orgoglio di credere che non gli ero indifferente...ma i suoi occhi mi fecero mutare il pensiero.. Era solita, impartire grandi lezioni di vita...non erano carezze le sue parole...erano sibili violenti che entravano nella zone più buie dei nostri esseri, zone inesplorate...dimenticate nella frenesia abominevole di condurre una vita regolare…impregnata di impegni, doveri, castrazioni mentali impartiteci da schemi prestabiliti...regole di vita quotidiana...eravamo più schiavi delle abitudini...che li’ al cospetto di queste eteree creature.. Ma il suo divino lavoro era quello di renderci completamente liberi da tali dogmi prestabiliti...quando varcavi la sua porta…eri il nulla….il tuo dottorato...la tua scrivania...i tuoi dipendenti…la tua aula di tribunale...il tuo giornale scomparivano.. Usava le sue parole per ricordarci la sua determinazione di fare della nostre vite un sogno, in armonia con unico scopo...servirla.. Obbiettivo...spronarci il pensiero…per raggiungere la sua grande bellezza interiore.. Ci insegnava ad ignorare le critiche…ed uscire per strada accanto a delle meravigliose creature con il collare…sorridevamo a ogni sguardo di passante inquieto...fieri dei nostri simboli di possesso...eravamo in armonia...con le sue aspettative...possedere il nulla...per donare la propria vita.. Lei era solita dirci.. “l’uomo privo di sè lavora per il profitto il saggio lavora per il bene del mondo senza pensare a se stesso..” In alcune notti…ci faceva condurre nel salone maestro...ricolmo di candele…e incensi…e ci impartiva lezioni di energia…spesso ci svuotava…ci distendeva nudi sul pavimento…e ci aiutava con i suoi favolosi piedi a sprigionare le negatività…inducendoci alla perdita del nostro io fisico ed ego.. ne uscivamo produttori...la regista era sempre lei.. le sue estremità erano una forte fonte per noi…ci camminava sopra...premendoci dei punti magici...che ci permettevano di volare…e sentirci aquile…libere di vagare nel suo mondo.. Possedere ricchezze e mancare del sè È come morire Mentre si nuota su un lago Quel mattino arrivò avvolta in un vestito giallo, indossava scarpe verdi dal tacco altissimo, dal suo volto traspariva luce.. Una strana luce Camminava a rilento…si sentiva che era tesa.. Riunì tutti nel grande salone,il suo volto era di cera...inflessibile...si sedette e accavallò le gambe nervose con decisione lasciando intravedere il suo mondo, così umido e roseo...alla vista mi si raggelò il cuore...e la mia catena lasciò traballare i miei desideri...e riconosco i miei limiti...e le idee che sorvolano la mia mente pazza di lei.. e continuo a credere alla grande bugia che lei un giorno sarà la mia e unica signora, è solo un intima idea arenata alla mia umile vita.. E mi abbandono nel suo essere, nel suo gesticolare, nel suo parlare...nel suo universo impenetrabile.. manifesto così tutta la mia debolezza.. con una leggerezza da danzatrice, si alzò e fece scivolare il suo pube sul mio fondoschiena...mi girava attorno, il suo volto divenne radioso, la pelle bianca divenne ambra. Il seno pieno e tondo debordava dalla sua scollatura ad ogni suo respiro, lo sentivo addosso alla mia pelle, mentre la mia cintura scoppiava…ribolliva nella mie vene, tutto il mio risentimento e dolore …per non poter essere. Scivolò in un abbraccio, attaccandosi ai miei fianchi, sgrondanti di sudore...le natiche umide, colavano veleno...mentre tentava di penetrarmi. Mi strappò il cuore, con un gesto violento mi ritrovai nudo,verme dinanzi al mondo, abbassai lo sguardo...e vidi un mucchietto di vesti li’ stese a terra…con loro tutto il mio essere…cioè il nulla. Mi ritrovai chiuso...nelle sue braccia che mi cingevano forte, spremendomi lo stomaco…il mio cazzo impazziva...in quella morsa di ferro. Le sue mani mi percorsero la schiena...mi graffiarono...quando una svergata mi fece traballare...e mi si impiantò tra le natiche. Scoppiò in una risata.. Io in una lacrima di gioia.. la mia signora godeva delle mie debolezze,non imprecai,era troppo felice. Rimasi inchiodato e pietrificato,mentre il frustino frugava dentro le mie interiora. Mi dimenai,ma sentivo che ad ogni movimento infierivo contro di lei. Ormai ero rovente, quando un colpo secco mi impalò. Svenni e caddi a terra. Quando aprii gli occhi,lei era sopra di me…dal basso potevo ammirare tutta la sua bellezza...il suo mondo morbido e bagnato…le sue gocce...il suo sudore...i suoi tacchi che mi schiacciavano le palle.. Attonito per lo stupore,sentii le sue mani su di me...il suo tatto di pelle...nuda, senza guanti...mi accarezzò la fronte sudata, e si leccò le dita...deglutii. Ogni suo movimento mi faceva tremare...con una mossa secca mi strappò la cintura…e con le sue delicate dita mi perlustrò il cazzo...lo esaminò...schioccò un dito...e un uomo si avvicinò, si inchinò e iniziò a lavarmi. Leccava languidamente per tutta la sua lunghezza,prima sul glande e poi scendendo sui testicoli…esplosi subito. E mi arrivò un'altra frustata. Altro movimento di dita...un altro povero essere si inginocchia...e pulisce...esplorando un terreno a lui sconosciuto…si vedeva dalle smorfie che faceva...pulì fino all’ultima goccia, si alzò, lei sorrise e lo congedò. Sentivo ondate di calore...le vene che mi scoppiavano,sudavo come un cavallo…e lei sopra di me che rideva. La vedevo bagnata tra le cosce e mi sentivo già risucchiato dalle sue labbra. Volevo esplodere ancora,ma mi sentii avvolgere...sentii il mio cazzo ancora imprigionato...lo legò, come un salame, prendendo un cinturino, iniziò dalla base, e schiacciò il glande.. Sorrise ancora…capii che non sarei più scoppiato. Mi sollevò da terra, mi inginocchiai dinanzi a lei...che reggeva come una dea, seduta su una sedia...abbassai il volto e mi arrivò un tacco in faccia ...che iniziai a leccare. Mi ritrovai a faccia a faccia con la mia signora...io e lei e il mondo che osservava in riverente silenzio. Mi usai per lei...per i suoi vizi...i suoi desideri.. Fece scivolare una mano sul mio cazzo...controllava che non gocciolasse.. Le mie labbra si incontrarono con le sue piccole...ero assetato...ma chiuse le cosce. Rividi i suoi occhi...erano verdi...luminosi…sapienti...mi persi...e mi abbandonai totalmente alle sue volontà...avrei potuto morire ora, ero ai suoi piedi,con il suo profumo nella mia pelle…ero suo.. Un calore di puro sentimento mi assali’, lo sentivo scorrere, mi passò una mano sul volto, lei percepiva, la sua vista andava oltre, abbracciava i cuori, mordendoli. Si slacciò d’impulso, aprendosi a me, scoprì il suo seno, il ventre, il suo monte di venere irraggiungibile, era lì davanti alle mie labbra.. Le sue mani si accarezzavano, sfiorandosi la pelle, fino ad immergersi nel suo mondo.. Mi sbavò addosso i suoi umori...le sue gocce di piacere erano mie…e una forte corrente mi percorse la schiena, quando divaricò le gambe e immerse le mie labbra dentro sè. Non lottavo più per averla...ciò che desideravo era mio…ed io suo. Mi annegai in lei...la mia lingua ruotava…come un cane vorace,sentivo l’onda del suo piacere,ero in paradiso. Scoppiava di eccitazione...mentre mi stava venendo in bocca. Sussultai...sussultò...si alzò dalla sedia e mi cavalcò...dentro al mio cazzo bendato, stringato, si muoveva dentro me, sobbalzando, imprimeva ritmi precisi, si affondava, per poi rialzarsi, gemendo.. Ero stordito e desideroso di riempirla del mio seme, ma non venni mai.. Al culmine dell’ennesima spinta...la sentii urlare e inondarmi di liquido caldo, non trattenne più le scosse...una due dieci.. Esausta si alzò...mi sorrise...soddisfatta mentre l’ultima goccia mi cadeva sul ventre. Grazie signora…suo tuo umile servo ... ra.

mi sono eccitata da morire, non ho potuto fare a meno di bagnarmi, non ho potuto resistere all'impulso di infilarmi una mano tra le mie cosce calde, di sentire le labbra che scivolano piano, di sfiorarmi la punta turgida del clito, di inumidirmi le labbra, di chiudere gli occhi, di immaginare, di piegare il collo e lasciare cadere la testa all'indietro, di aumentare la pressione delle mie dita, di devastarmi il clito, di venire.
Nessuna penetrazione, solo scariche elettriche di pura eccitazione. 

Arrapata, alle 16e07.

4 commenti:

  1. Ha eccitato anche me.... hai scritto tu oppure...

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  2. no,nn ho scritto io...ma pregusto l'arrivo di un uomo così...

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  3. L'avevo letto anche io un pò di tempo fa...
    non ho saputo resistere...
    e per questo sono stato punito...
    ...ma sono sicuro di poter essere tuo...

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