E adesso

sono cazzi vostri.

sabato 21 gennaio 2012

Ci sono notti

insonni...dove mi perdo ad ascoltare il rumore del silenzio...un qualcosa di basso, sordo, ma costante. Riesco ad isolare la parte di me che non è pronta alla guerra, e mi riapproprio del tempo.
...ed ecco che tutto è infranto dal suono di un treno che passa. 
E mi succede come ad Alice: caduta libera dentro me stessa. Mi fermo a quando avevo dieci anni e d'estate andavo a dormire nel lettone dei miei. Tranquilla, rilassata, beata, felice, senza il frenetico vortice di pensieri degli adulti. Guardavo pacifica fuori dalla finestra aperta...una finestra da cui non si vedeva altro che la rete e il muro di delimitazione e un albero con strani fiori profumati di cui non ho mai saputo il nome. Tutte le sere sentivo il treno passare, e mi piaceva, mi tranquillizzava, fantasticavo su dove sarebbe andato, dove avrebbe fatto  tappa, chi ci viaggiava, chi sarebbe sceso presto e chi a destinazione, chi sarebbe salito, chi l'avrebbe perso, e chi l'avrebbe invece rincorso. Mi domandavo se le persone lì dentro sapessero che una bambina li stava pensando senza sapere nulla.
Oggi mi domando se il solo pensiero basti a legare i fili della vita di persone che sono destinate a non incontrarsi mai. Mi chiedo dove arriverebbero i miei pensieri se li lasciassi fare un biglietto di sola andata, a quanto veloci correrebbero. Ma i treni scappano mai??
...ed ecco che c'è di nuovo il silenzio. E fa sorridere la cosa, ma...mi manca il suono del treno che viaggia con tutto il suo carico di esistenze.
Mi piacciono i treni. Sorrido sempre se ne vedo uno passare...e anche se solo ne sento il passaggio.
...e mi addormento serena. 

Easy, alle 21e32.