E adesso

sono cazzi vostri.

lunedì 14 dicembre 2009

E a volte la poesia


è togliere il guinzaglio alla follia.
E l'anima respira mentre la pioggia lava il sangue nero di quella nuova crepa
e la voglia di quel bacio così lento e infinito con la paura infernale di rompere quel cristallo di velluto
e la vera essenza che t'inonda affogando alcune parti distorte del tuo spirito inquieto
e la realtà che si scioglie lasciando gli angoli bui ancora più scuri e in attesa che tu ci cada dentro
e l'eco del silenzio, così assoluto, così totale da fare in modo che il pianto diventi un urlo d'agonia senza fine.


Solo l'inizio, alle 1e06.

martedì 8 dicembre 2009

Sempre in ufficio


questa volta S. V. e M.. 
Ricordi confusi da alcool e canne.
Seduta in poltrona, S. che mi lecca il collo, V. mi succhia il seno mentre mi accarezza la pelle nuda, M. tra le mie gambe che lappa con foga prima di piantarmi due dita dentro...forte, inarrestabile, prepotente...quello che 
voglio : emozioni forti.
Mi alzo, spompino la lingua di S. e M. , fumo, succhio il bel cazzo di V. mentre gli altri due mi guardano...mi vogliono. E M. mi prende per mano, mi accompagna in bagno, spegne la luce, mi attacca al muro e BAM! Mi infilza duro, diretto, violento. Mi tiene i fianchi, con forza, mi fa male, ma vengo all'istante...di un orgasmo potente, liberatorio. Mi gode in bocca. Mi bacia, come se fossi sua.
Torniam dagli altri...spompino a turno 3 cazzi di notevoli misure, ne prendo altrettanti in figa. Pause non ne ho, M. si preoccupa di farmi venire ripetutamente, mi scopa con il cazzo, le sue dita magiche e infernali, mi lecca come se fossi il suo cibo preferito.
Sulle poltrone, sul pavimento, in piedi, ovunque li ho addosso.
Faccio venire V. nella mia bocca...bevo. Mi accarezza, mi ringrazia.
Ci rivestiamo, faccio foto a buzzo...M. mi minaccia di chiavarmi ancora se lo fotografo di nuovo. Non resisto, scatto la foto. E mi è sopra. Mi bacia, mi rispoglia, mi accarezza, mi prepara per lui, mi alza, mi si pianta dentro. Quasi mi violenta, i suoi colpi mi alzano quasi dal pavimento, mi aggrappo ad S. , lo graffio, godo, colo. Anche M. viene.
Mi appoggio alla poltrona, adesso mi scopa S. , piano, con dolcezza...lo toglie e mi viene in bocca.
Si riaccendono le luci, fumiamo, mi coccolano, M. mi canta una canzone e giochiamo al matrimonio.
Mi riportano a casa.
Mi svesto, strucco, mi lavo, mi rivesto...porto mia madre al lavoro per le 7 del mattino.


Esausta, alle 3e18.